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‘Progetto MIA – Mamme Imprenditrici Allattano’: Francesca Pannuti tra famiglia e tour in bici

Questa è la storia di Francesca Pannuti, mamma di Mattia, quasi 6 anni, e Viola, quasi 4 anni, allattati tra i tasti di un PC il primo 15 mesi e la seconda 22 mesi. Aveva un lavoro con contratto indeterminato in un’azienda di branding, strategie di marca ma, come succede spesso a tante donne soprattutto dopo essere diventate mamme, si è reinventata dando vita pian piano al suo progetto dal nome ‘Bike The City’, nelle città di Milano, Torino e Verona.

Francesca Pannuti, mamma imprenditrice che ha allattato, in un momento di riflessione
Francesca Pannuti
Il piano B di Francesca e Alessandro

“Nel 2010-2011, un periodo di crisi dell’azienda in cui lavoravo, ho iniziato a pensare ad un piano B”, racconta Francesca. “A me e al mio compagno piaceva l’idea di organizzare dei tour guidati in bici, alla scoperta degli angoli nascosti di Milano, una città di cui molti non vedevano la bellezza ma che in bici, e con la giusta conoscenza, rivelava, secondo noi, un patrimonio enorme di ricchezza artistica, di storie e di umanità. Ci piaceva che tutto fosse poi nel rispetto dell’ambiente e di un contesto urbano già complesso”.

Con il compagno Alessandro, che ha ancora un altro lavoro oltre a questo, si sono incontrati a Milano. Lei aveva vissuto a Roma, caso isolato di studentessa che andava a La Sapienza in bici. Appena trasferita a Milano, primo acquisto di Francesca? Ovviamente una bici. Si capisce bene come per lei quella delle bici sia non solo una passione ma molto di più, una filosofia di vita.

L’arrivo di Mattia…

Quando arriva Mattia, lei e Alessandro, come molti genitori oggi, devono affrontare la genitorialità da soli, con i nonni lontani troppi chilometri, senza sostegni e senza aiuto. Il che, e chi è genitore sa di che si sta parlando, non è per niente facile.

“Tra l’altro con Mattia l’allattamento – ricorda Francesca – a cui tenevo tantissimo era iniziato con ragadi e mastiti. Poi, per fortuna, grazie ai preziosi consigli di un’ostetrica che mi ha suggerito di mettere le coppette d’argento e che mi ha fatto vedere come far attaccare Mattia, ho risolto e ho potuto continuare ad allattarlo fino ai suoi 15 mesi. L’ostetrica mi ha aiutata anche a sfatare i tanti falsi miti che ruotano attorno alla maternità e all’allattamento. Mi diceva per esempio di non badare a chi mi avrebbe detto di non tenere in braccio il bimbo o di non allattarlo la notte. Anzi, che se mi avesse chiesto il latte durante notte sarei stata fortunata perché la notte il livello di prolattina è più alto e questo avrebbe incrementato la produzione del mio latte e quindi aiutato l’allattamento. Già avevo avviato ‘Bike The City’, che in quel momento era il mio secondo lavoro quindi dal letto d’ospedale, appena partorito Mattia, ma poi è successa la stessa cosa anche per Viola, lavoravo al computer sui tour da organizzare e sulle prenotazioni che arrivavano”.

…E l’arrivo di Viola

Per Viola Francesca decide di affrontare la cosa in modo un po’ diverso. L’esperienza insegna, i secondi figli trovano sempre genitori più preparati a tutto.

“Con Mattia ho capito tante cose, così per Viola ho scelto la casa maternità che ho praticamente nel mio stesso condominio. Viola è nata lì, in una cornice di attenzione totale a me e a lei e al papà con intimità e rispetto. Una comodità unica, pagata più di quanto potessimo permetterci in quel periodo ma è un regalo a rate che ci siamo fatti. Avere accanto una figura professionale quando diventi mamma, papà, è davvero un lusso ma è stato fantastico avere quell’assistenza così assidua e quei pareri professionali così cruciali. Ogni giorno venivano due ostetriche a casa e vedevano come si attaccava Viola, se io stavo bene anche psicologicamente, mi davano consigli e mi seguivano passo passo e io ero sempre più consapevole. Tutta un’altra storia. Ma in generale, con la maternità e poi con la doppia maternità, diciamo, si acquisiscono tante nuove competenze che pochi capiscono quanto ti sono utili anche poi dopo nel lavoro. Diventi più veloce, più empatica, più saggia, pronta a tutto e soprattutto allenata ad aver a che fare sempre con il nuovo, con l’incertezza e con la sperimentazione. Ma nonostante questo se torni nello stesso posto di lavoro di quando non eri mamma, non ti guardano più come prima, ed è molto difficile”.

Il piano B che diventa piano A

Ai nove mesi di Viola, Francesca torna ancora al lavoro in azienda dove si impegna profondamente, ritrova l’entusiasmo di sempre e si prende le sue soddisfazioni ma poi decide di lasciare e dedicarsi totalmente al progetto che negli anni ha portato avanti con tanti sacrifici. Allatta con il computer sulle gambe e, mentre i bimbi dormono o sono attaccati al seno, lei lavora.

“La conciliazione dei tempi della famiglia con il lavoro da consulente è davvero difficile, ancor di più in una cultura come la nostra che non sa ancora guardare con lucidità al contributo altissimo della donna, della professionista. Adesso organizzo in autonomia i miei tempi di lavoro e, anche se la situazione presenta nuove sfide, so che posso garantire alla mia famiglia lo spazio adeguato”.

Come Francesca e Alessandro hanno superato le difficoltà

Oggi l’instancabile Francesca ha iniziato il ‘Mommypreneurs’, un altro percorso formativo presso il Politecnico di Milano sull’imprenditorialità in relazione alla o in conseguenza della maternità.

“Sto affinando e sviluppando nuove competenze e reti con altre donne e ne sto conoscendo di davvero in gamba con competenze altissime. Non ne dubitavo”.

Anche Francesca e Alessandro hanno dovuto affrontare la solitudine delle nuove famiglie di oggi. Quando si diventa genitori e la famiglia si allarga, tutte le difficoltà vengono a galla. Ma poi vengono a galla anche la determinazione e la forza di mamma e papà. La forza dell’amore e della passione per ciò che si fa trova sempre una soluzione.

L’aiuto delle Istituzioni alle famiglie

Quindi le Istituzioni potrebbero aiutare, andare incontro alle nuove mamme e ai nuovi papà, quindi alle famiglie?

“In molti modi. Il primo e più importante sono i congedi parentali più lunghi e più retribuiti per entrambi i genitori per poter seguire i piccoli completamente fino al primo anno. Poi sarebbe utile una figura professionale o un centro di orientamento accessibile e gratuito sui vari temi della gravidanza, della maternità e della genitorialità. L’informazione è fondamentale. Io mi sono documentata, ho letto, ho chiesto, mi sono informata, ho partecipato a incontri, corsi. Ma per molti è complicato, non ti viene fornita nessuna informazione se non al corso preparto, se riesci ad andarci, e non è assolutamente sufficiente. Io comunque, come tante mamme, ero determinata, come sono sempre nella vita. Ho voluto allattare, svezzare rispettando i ritmi naturali, costruire un contesto educativo e affettivo solido e allo stesso tempo lavorare e realizzare i miei sogni. Non dovrebbe costare, però, così tanto alle famiglie crescere. Perché la realtà è che noi oggi stiamo crescendo quella che è la società di domani. I bimbi di oggi sono gli uomini e le donne di domani.”.

Donatella Briganti

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