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‘Progetto MIA – Mamme Imprenditrici Allattano’. Anche tu sei una mamma “MIA”? Raccontami di te

Il progetto MIA

Ho un progetto. Quello che voglio diffondere tramite questo progetto è un messaggio di speranza, di forza e di coraggio. Da quando sono diventata mamma, 20 mesi fa, anzi da quando è iniziata la gravidanza, sono stata catapultata in un mondo che non conoscevo e che, mi rendo conto, visto da fuori non è poi così male o, se non altro, è molto diverso da com’è in realtà. Quando lo vivi sulla tua pelle godi sì, e non sempre, dell’unicità di questo evento, ma ti giri intorno e vedi mamme come te che si reinventano e devono fare i conti con la difficile conciliazione lavoro/maternità/allattamento. Ed è lì che danno il meglio. Io voglio raccontare il loro “meglio”.

Una mamma multitasking tra bimbi e lavoro
Una mamma davvero con mille braccia, tra famiglia e lavoro

Mamme e lavoro nel progetto M.I.A.

Se una donna lavora e, a maggior ragione, se ha un’attività, ha paura di fare un figlio, a volte, perché non sa se e come fare a conciliare lavoro e maternità. Se poi vuole anche allattare, le difficoltà e i dubbi aumentano perché l’allattamento è l’unica cosa che non si può delegare. Tutto intorno cresce nella donna che sta diventando mamma un clima pieno di contraddizioni. Da una parte c’è la gioia immensa, la dolcezza, il senso di protezione, l’incredulità, la curiosità, la vita stessa. Dall’altra le paure, i dubbi, le nausee, poi il peso, le caviglie gonfie, il pancione ingombrante; poi, dopo la nascita, i pianti incomprensibili del neonato, la voglia di fare il suo bene senza sapere quale sia esattamente e quindi ti fidi del tuo istinto. E poi c’è il lavoro. Una dipendente avrà solo pochi mesi da gestire tra gli ultimi della gravidanza e i primi, solo i primissimi mesi, dopo la nascita. Ma la rivoluzione, come la chiamo io, richiede a volte molto più tempo. E l’allattamento pure.

Quando una mamma vuole allattare E LAVORARE

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’allattamento esclusivo (il bimbo cioè ha bisogno esclusivamente, appunto, del latte materno) fino al sesto mese e, in modo non esclusivo (e cioè da quando il bimbo assume anche altro cibo) fino almeno a due anni del bimbo o comunque fino a quando mamma e figlio lo desiderano. L’allattamento al seno, quando si può e quasi sempre si può, è il dono più grande che si possa fare al piccolo o alla piccola ma è molto impegnativo e a volte richiede anche quel sostegno e quell’aiuto validi e competenti che solo una consulente IBCLC può fornire. Allattare è la cosa più naturale del mondo ed è ciò che la natura ha previsto essere il nutrimento e la coccola migliore. Salute di bimbo e mamma ne trovano giovamento. A parte i rarissimi casi in cui davvero non lo si può fare, si ha sempre il latte che non è mai acqua. Ma l’allattamento è molto impegnativo soprattutto nei primissimi mesi perché sono molte le ore al giorno in cui è necessario attaccare il bimbo al seno per un’adeguata produzione di latte. Essendo “a richiesta” il modo migliore di allattare, cioè senza limiti di orario e ogni volta che il piccolo lo richiede, non è prevedibile il tempo che si avrà, se se ne avrà, con le mani libere. Spesso anche per dormire i neonati hanno bisogno del calore delle braccia di mamma e papà perché non ha capito nemmeno di essere usciti dalla propria casa materna, quindi dal ventre della mamma. E come si fa ad allattare e lavorare? Per le dipendenti sono permesse le ridicole due ore al giorno che servono a ben poco. Per le professioniste e le imprenditrici è ancora diverso. Ti arrangi come puoi. Porti con te il piccolo, magari nella “santa” fascia in cui si sentono sicuri e tranquilli perché stanno cuore a cuore e la mamma ha due mani e due braccia per fare altro. Se riesci fisicamente e hai un’attività, al lavoro ci torni anche una settimana dopo, non mesi dopo.

La forza delle mamme imprenditrici che allattano

Un tenero momento di allattamento
Un tenero momento di allattamento

Le difficoltà, di ogni genere, che affronta una donna che diventa mamma sono innumerevoli. Ormai molte donne diventano mamme lontane dal loro luogo natale, dalle famiglie e quindi costrette a fare tutto da sole. Fare una doccia diventa un lusso, lavare i capelli un super lusso, vedere se stesse ancora come donne prima che come mamme spesso un miraggio. La maternità e l’allattamento sono considerate, in rapporto al mondo del lavoro, un problema invece che una opportunità. Così molte devono scegliere se fare figli o lavorare, molte devono rinunciare al lavoro quando diventano mamme. Molte imprenditrici devono tornare operative pochi giorni dopo il parto o non smettono mai, di fatto, di lavorare. Le tutele sono minime o inesistenti e ciò che bisogna realizzare maggiormente è un’idea nuova di mamma e di donna che lavora.  La cosa bella, in tutto questo, è che proprio dove ci sono tutte le difficoltà del mondo, la donna c’è per superarle.

Perché il progetto MIA?

Viene chiesto troppo alle mamme che comunque poi rispondono e reagiscono a dovere. Se le inventano tutte per campare e far campare la famiglia. E farlo anche egregiamente. Ma soprattutto tirano fuori idee, forza, coraggio, capacità di organizzazione, mani e piedi in più dove e quando servono. Voglio raccontare delle donne che ce l’hanno fatta, nonostante le difficoltà. Perché voglio sottolineare quello che non va ma anche come reagire. Sto raccogliendo le storie di tante donne, imprenditrici perché con ancora meno regole e tutele, che diventano mamme e vogliono e riescono pure ad allattare, sfida aggiunta a tutte le non poche altre. Una scelta che ogni mamma dovrebbe poter fare senza trovare ostacoli evitabili da una società e una mentalità più evolute. Voglio diffondere la forza oltre le difficoltà, voglio fare presente a chi non lo sa e far capire a chi ancora non l’ha capito, che la mamma di oggi non è e non può essere quella di una volta ma molto meglio. Che la mamma di oggi va valorizzata perché fa molto di più di quanto dovrebbe ma lo fa sempre con dedizione e con amore, oltre che l’estrema fatica e l’infinita stanchezza.

Donatella Briganti giornalista e ghostwriter
Donatella Briganti

Perché voglio lavorare con e per le MIA

Voglio raccontare su questo mio sito le storie incredibili di queste mamme, voglio dare un messaggio positivo a chi dispera e si arrende o sottovaluta il lavoro che sta facendo. Voglio dare fiducia. Voglio dimostrare che il coraggio delle mamme a volte gioca a nascondino, ma non manca mai e prima o poi viene fuori. Voglio raccontare, di riflesso, come queste fasi delicate e difficili di una donna, mamma, lavoratrice, si ripercuotono anche sulla vita, lavorativa e non, dei papà, ancora meno considerati dalla società e dalle Istituzioni (un padre ha solo pochissimi giorni di congedo alla nascita del figlio che, ricordiamolo, è anche suo!!!). Al di là del mio progetto M.I.A. che voglio diventi anche un libro, voglio entrare a far parte delle squadre di queste mamme imprenditrici, voglio scrivere per loro. Voglio offrire loro un servizio di scrittura da ghostwriter se vogliono scrivere un libro e da sole non ce la fanno, di stesura testi vari, se occorre per le loro aziende e il loro lavoro, da addetta stampa se hanno bisogno di promuovere i loro progetti e notizie che le riguardano. Voglio e sento di dover mettere a disposizione la mia professionalità, il mio talento, la mia esperienza e la mia passione per la scrittura, per divulgare questi concetti, per dare una mano alle mamme e per far conoscere a tutti questo mondo. Perché forse non tutti lo conoscono, forse qualcuno lo dà per scontato, forse qualcuno pensa sia tutto normale e giusto com’è, forse qualcuno si è rassegnato. Invece io voglio divulgare messaggi di forza, di coraggio, di positività per le mamme di oggi che crescono gli uomini e le donne di domani.

Sei anche tu una mamma imprenditrice che allatta o che ha allattato? Sei una mamma lavoratrice? Sei riuscita a conciliare il tutto? Raccontami come ce l’hai fatta! donatellabrig@gmail.com

 

 

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