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‘Progetto MIA – Mamme Imprenditrici allattano’: Gilda Pagnozzi, mamma vulcano

Gilda Pagnozzi è un vulcano di energia. Ha 38 anni, è inarrestabile, determinata e simpaticamente pazzerella. Pugliese, moglie e mamma di due bimbi, il primo di tre anni e la seconda di un anno e mezzo.

Li ha allattati tutti e due, con molte difficoltà ma anche con la stessa determinazione e con la stessa voglia e forza di molte altre mamme che, nonostante tutto, riescono a conciliare lavoro e famiglia senza sacrificare l’uno o l’altra. Forse l’unica a sacrificarsi è stata proprio lei. Forse le uniche a vivere il vero sacrificio è ogni mamma che ce la fa. Che ce la vuole fare e quindi di questo sacrificio ne fa un punto di forza diventando esempio per la società tutta, dando spunto per nuove prospettive, nuove iniziative, dando con la loro stessa quotidianità una lezione di realizzazione di sogni e progetti.

Gilda imprenditrice e mamma

Gilda è un’imprenditrice, ha creato un brand a Brindisi, città in cui vive con la sua famiglia.  Ha dato vita, con i suoi soci, a due locali con questo brand dal nome BEAT (come la ribelle generation nata negli anni Cinquanta) ma il marchio è in crescita e spera di crescere ancora molto.

Come molte mamme delle quali sto raccogliendo le storie, delle quali voglio scrivere e con le quali voglio lavorare offrendo i miei servizi di scrittura, anche lei si è trovata a vivere le difficoltà di conciliazione tra lavoro e famiglia, e in particolare lavoro da imprenditrice e allattamento.

Lavoro e allattamento…dietro ad un bancone

“Del primo locale ero l’unica proprietaria – mi ha spiegato – e allattavo in un angolo dietro al bancone. Ho allattato il primo figlio fino a 18 mesi, cioè fino a quando sono rimasta di nuovo incinta. Sono una stacanovista, non ho praticamente mai smesso di lavorare, se non in un periodo in cui ho avuto un problema e proprio non potevo, ma ho allattato sempre e comunque, portando i miei figli con me, se necessario, e cercando di non far loro mancare la mia presenza, il mio latte e il mio amore”.

Anche lei, come quasi tutte le mamme imprenditrici che allattano, ha portato con sé sul luogo di lavoro il bimbo appena nato. Così facendo, e grazie all’aiuto dei nonni e del marito, è riuscita a lavorare e allattare.

Grazie famiglia e grazie soci

“Forse sono stata un’irresponsabile, al locale facevo orari davvero difficili, a volte chiudevamo alle 4 del mattino. Mio marito è stato molto bravo, è stato ed è un valido aiuto. Non so come facciano le donne che non hanno aiuto. Per me è stato tutto difficilissimo ma ce l’ho fatta e continuo a farcela anche grazie all’aiuto e alla comprensione di familiari e soci”.

Dopo aver aperto il primo locale nel 2014 e averlo gestito da sola, Gilda è entrata in società con altri e insieme hanno aperto il secondo locale, soltanto a un mese dal parto del primo bimbo.

“La gestione dei figli, con il tempo, è un po’ cambiata e cambierà ancora. Ci regoliamo in base alle loro esigenze e alle nostre possibilità”.

Gestiscono otto dipendenti più un direttore che supervisiona le attività. Con il primo locale per Gilda è stato più difficile mentre con la seconda è riuscita ad organizzarsi meglio, potendo fare i turni con gli altri e avendo dei dipendenti su cui fare affidamento.

“Nel primo locale avevo allestito un angolo per l’allattamento, avevo messo il fasciatoio in bagno e molte mamme che lo sapevano venivano da me a cambiare i bimbi e ad allattarli perché in giro non si trovavano fasciatoi e zone allestite per l’allattamento. Ho sempre fatto allattamento a richiesta. Ho voluto fare parti naturali, non ho voluto nemmeno l’epidurale. Anche se doloroso, i dolori che danno la vita sono benvenuti per me. Mentre il primo l’ho allattato 18 mesi, la seconda per un anno e due mesi”.

Grazie nonna

Gilda ci tiene a sottolineare quanto importante sia stato per lei l’aiuto ricevuto dalla famiglia e dai soci. Ma l’aiuto più grande è stato quello di sua nonna.

“Mi ha sempre incoraggiata lei ad allattare, mi diceva che se faceva male, dovevo mettere un fazzoletto in bocca e continuare. Per andare in ospedale ho sempre aspettato la fine, come mi consigliava lei, che purtroppo è venuta a mancare da poco. Per me è stata un vero modello di vita e mi ha lasciato tantissimi insegnamenti preziosi. E mi diceva anche che il dolore del parto naturale poi sarebbe passato in fretta, a differenza di quello del cesareo che in effetti sarebbe durato più a lungo. Arrivata in ospedale, ho partorito in due ore. Il secondo parto poi è stato fantastico perché ho trovato un’ostetrica bravissima che mi ha permesso di ascoltare la musica durante il travaglio. Non giudico, ci mancherebbe, chi fa scelte diverse, ma io ho preferito non vivere quei momenti rincoglionita dai medicinali”.

Mai un bonus

Gilda non ha mai usufruito di aiuti economici dello Stato.

“Il consulente che avevo non mi aveva detto nulla dei bonus e degli aiuti economici di cui avrei potuto usufruire, io ero troppo occupata a fare la mamma e a lavorare dietro al bancone per occuparmi anche di questi aspetti burocratici così non ho usufruito di niente. Eppure quei soldi mi sarebbero serviti per pagare le tasse che sono davvero tantissime. Lavoro da quando avevo 14 anni ma sembra non bastare mai per pagare tutto quello che si deve. C’è anche da dire che noi mamme non siamo per niente tutelate. Dobbiamo darci da fare da sole, per come possiamo, se vogliamo portare avanti i nostri progetti”.

Considera i suoi locali altri suoi figli perché sono creazioni sue e dei suoi soci. Si capisce subito che ci tiene e crede tanto in questo progetto. Come crede e ama tanto la sua famiglia.

Gilda Pagnotti con suo figlio in un momento di condivisione e di gioco a dimostrazione che è una mamma felice che riesce a conciliare lavoro e famiglia
Gilda riesce a conciliare lavoro e famiglia

Mamme che danno e insegnano la vita

Gilda è un’altra mamma imprenditrice che è riuscita a conciliare lavoro e famiglia, lavoro e allattamento, con fatica ma molta determinazione. Quella che nutre e spinge molte mamme a cercare un’organizzazione fai-da-te pur di farcela.

Queste donne e mamme riescono a superare le difficoltà, la stanchezza, il dolore…magari grazie ai consigli di una nonna, di un’amica, a volte pagando una consulente, o magari contando soltanto su se stesse. Quando dovrebbero e potrebbero contare su un sostegno diverso, più sicuro. Un sostegno che riconosca la figura della mamma come una delle più importanti e non come pericolo per la produttività.

Difficile conciliare lavoro e maternità

Molte donne vengono licenziate perché diventano mamme.

Molte non vengono nemmeno assunte perché fertili e quindi potenzialmente mamme.

Molte imprenditrici sono costrette a lavorare allattando e allattare lavorando, da casa o portando i neonati sul posto di lavoro.

Molte mamme rinunciano all’allattamento perché devono tornare (troppo presto) a lavorare.

Molte sono costrette a reinventarsi dopo essere diventate mamme, il che è doppiamente difficile perché già da mamme si ha una nuova vita e ci si deve reinventare per forza, se devi reinventarti anche professionalmente diventa tutto ancora più complicato.

Ma sempre fattibile per le mamme che trovano forza anche quando pensano di non averne più.

Il messaggio positivo, nonostante tutto

Per questo le storie di queste mamme imprenditrici servono e lanciano messaggi di speranza, idee di realizzazione, lezioni di vita per tutti.

Sei anche tu mamma imprenditrice che allatta o ha allattato? Sei riuscita anche tu a conciliare, nonostante tutto, lavoro e allattamento? Raccontami anche tu come ce l’hai fatta.

Voglio anche far parte della tua forza, capire da dove viene e come fai a tirarla fuori.

Per questo voglio scrivere per te e offrirti i miei servizi di scrittura, la mia passione per la scrittura, la mia professionalità da giornalista e da ghostwriter.

 

Donatella Briganti

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