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‘PROGETTO MIA – MAMME IMPRENDITRICI ALLATTANO’: Anna Bugliarello, Cristiana Papale e il loro libro su come smettere di allattare

Questa è non è la storia di una mamma ma di due. Nell’ambito del mio progetto ‘MIA – MAMME IMPRENDITRICI ALLATTANO’ mi hanno raccontato molto di ogni aspetto della loro vita e di come sono riuscite a conciliare tutto: donne, mamme che hanno allattato, compagna una e moglie l’altra, e lavoratrici. Adesso anche imprenditrici e artiste: scrittrice una, illustratrice l’altra. Amiche da sempre, hanno dato vita, oltre che a due vite ognuna, anche ad un libro dal tema molto delicato, cioè come smettere di allattare, e dal titolo molto tenero, cioè ‘La mia mamma è diventata magica’, edito da Coleman. Sto parlando di Anna Bugliarello e Cristiana Papale, della provincia di Catania. L’idea è nata ad Anna che ha scritto la storia. Poi Anna si è rivolta alla sua amica Cristiana per realizzare le illustrazioni e il progetto grafico.

Le mamme imprenditrici Anna Bugliarello e Cristiana Papale, amiche e autrici di un libro su come smettere di allattare
Le mamme e autrici del libro ‘La mia mamma è diventata magica’ Anna Bugliarello e Cristiana Papale

IL libro su come smettere di allattare

La copertina del libro su come smettere di allattare 'La mia mamma è diventata magica' di Anna Bugliarello e le illustrazioni di Cristiana Papale
La copertina del libro ‘La mia mamma è diventata magica’

Mi ha raccontato Anna: “Ricordo perfettamente il giorno in cui mi è venuta quest’idea. Era il 5 maggio 2019, durante una fiera del libro. Con mio padre che ha una libreria avevamo lo stand accanto a quello di una libreria per bambini. Ho chiesto un libro su quest’argomento ma non ce n’erano. Si erano anche informati per me ma non se ne trovavano. Io ero curiosa perché stavo proprio pensando di smettere di allattare e cercavo un libro che mi potesse aiutare a farlo. Ne ho parlato con la mia consulente in allattamento, Grazia De Fiore, e dopo dieci giorni avevo già scritto la storia. Ma mi serviva l’illustratore! Cristiana non aveva mai fatto una cosa simile ma le ho chiesto se le andava perché, oltre che essere una mia carissima amica, è architetto e ha da sempre una vena artistica molto spiccata. Il tema è delicato, lo so. Ma il mio scopo è dare un aiuto alle mamme che, come me, si sono trovate in questa situazione non sapendo come affrontarla. Ma deve pur arrivare quel momento, anche se non sempre è facile, non sempre viene tutto così naturale e non è detto che a voler smettere siano contemporaneamente mamma e bimbo. Io ho allattato tutti e due i miei figli, Gabriella e Marco, quest’anno 6 e 4 anni. Non ho mai smesso tra la prima e il secondo. Sono stata fortunata perché è avvenuto tutto un po’ come in questo racconto e la cosa non è stata traumatica per nessuno. Le risposte che trovate nel libro sono un po’ quelle che i miei figli hanno dato a me. Io ho proposto e Marco non si è opposto, così ho smesso di allattare. A volte, invece, la mamma è stanca o non può continuare ad allattare per motivi di lavoro o semplicemente sceglie di staccare il figlio dal seno. E non si deve sentire in colpa, come a volte succede”.

Cristiana non si aspettava da Anna una proposta del genere ma ha accettato volentieri la sfida.

Non ci ho pensato due volte. Ho sempre amato tutto ciò che avesse a che fare con l’arte ma non sempre ho dato l’adeguato spazio alla mia creatività. Questa poteva essere una nuova occasione per farlo, nonostante fosse la prima volta. E ho accettato. Anche per me smettere di allattare le mie due figlie, Cloe e Gioelia, quest’anno 6 e 2 anni, è stato un percorso abbastanza sereno e graduale, senza traumi. Ho allattato la prima per 9 mesi, la seconda per 7. Appena ho realizzato che Cloe si nutriva da sola e si addormentava da sola, ho sentito che era giunto per me il momento. Avrei potuto continuare ma io sono fatta così, ho bisogno della mia indipendenza. Per la seconda è stato un po’ più complicato perché voleva stare sempre in braccio e aveva bisogno di più contatto, infatti le ho dato più tempo. Poi, una volta smesso di allattare, abbiamo trovato altro modo per coccolarci e mantenere il giusto contatto”.

Anna: “Questo è proprio il messaggio che voglio lanciare con il libro. Ognuno trova il modo che vuole per smettere e poi, non perché si finisce di allattare, si finisce di amare o di coccolare i propri figli. Semplicemente, si trovano modi diversi. Nel libro infatti è tutto molto personalizzabile, anche i nomi e i nomignoli che si possono dare al seno della mamma. L’abbiamo studiato anche in modo che non fosse al femminile o al maschile. Voglio vada bene per tutti e che ognuno lo faccia proprio. Tanto che alla fine ho dedicato uno spazio a degli appunti che si possono aggiungere per ricordare come sono andate le cose, come e quando è arrivato quel momento, come lo si è affrontato”.

Come hanno conciliato Anna e Cristiana lavoro-maternità-allattamento

Come avete fatto a conciliare maternità e lavoro?

Anna: “Prima di Gabriella lavoravo in un istituto di ricerca. Il mio capo era una persona meravigliosa. Avevo un contratto a progetto e, appena ha saputo che ero incinta, mi ha proposto un contratto a tempo determinato. Non è da tutti. Poi purtroppo non mi ha potuto più riprendere, dopo la maternità, per altri problemi aziendali. Quando Gabriella aveva 3 mesi ho cominciato a lavorare in un B&B. La portavo con me a fare le colazioni e i check-in. La mettevo in fascia e andavamo insieme. Poi ho iniziato a lavorare con un’amica che lavorava con il marito nella Start Up ‘Il mio supereroe’. Io facevo assistenza clienti per il sito e aiutavo le persone a scegliere e prenotare appuntamenti con il loro supereroe tra badanti, colf e baby sitter. Poi Marco ha iniziato ad andare al nido e io a lavorare nella libreria di mio papà. Marco era piccolissimo. In totale sarò stata ferma massimo un anno. Quando aspettavo Marco ho lavorato fino a giugno e lui è nato ad agosto”.

Cristiana: “Io ho fatto tante di quelle cose insieme! Ho iniziato a lavorare a 23 anni per vari studi professionali. Prima di diventare mamma lavoravo già da architetto, libero professionista, ma ero ancora dipendente presso uno studio. Era stimolante ma sentivo il bisogno di andare per la mia strada, anche perché avevo già parecchia esperienza. Per un periodo sono andata, sempre tramite questo studio, a lavorare in Sud Africa. In questo viaggio ho vissuto un‘esplosione di esperienze. E poi mi sono detta ok, se ce l’hanno fatta gli altri ce la posso fare anche io. E ho deciso di diventare mamma. Ci siamo sposati con mio marito quando la nostra prima figlia aveva solo 1 mese e mezzo. Meno male che se l’è fatta tutta dormendo. Abbiamo organizzato il matrimonio durante la mia gravidanza ma non abbiamo fatto grandi cose, tutto in semplicità. Certo, ricordo di avere avuto qualche problemino ad allattare con il vestito da sposa ma, a parte questo, tutto è filato liscio”.

Anna Bugliarello, autrice del libro 'La mia mamma è diventata magica' su come smettere di allattare
Anna Bugliarello, autrice e ideatrice del libro ‘La mia mamma è diventata magica’

Anna: “Anche io, da testimone di nozze e da neomamma come lei, ricordo di avere avuto difficoltà a scegliere un abito che fosse comodo per l’allattamento ma anche elegante e consono alla situazione. Alla fine ce l’ho fatta. Le mamme che allattano lo sanno quanto la scelta di un abito sia importante e a volte complicato. Io ricordo anche di aver messo, come spesso succedeva, la bimba in fascia”.

Cristiana: “Io purtroppo non sono stata bene durante le mie gravidanze. Ho vomitato sempre fino al quarto mese, è stato terribile. E lavorativamente parlando proprio il periodo dell’attesa è stato un freno per me. In quel periodo mi sono allontanata dal mio capo. Mi sono portata il lavoro a casa e ho cercato di consolidare la mia professione, ho creato un sito personale…e poi finalmente ho partorito. Per molte forse è al contrario, per me il periodo dopo il parto è stato il più produttivo. Finalmente l’allattamento, finalmente potevo stare seduta al Computer con la bambina sulle gambe, comoda comoda tra i cuscini. Era molto tranquilla, sentiva di stare con la sua mamma e sentiva la mia pace. Ecco, con la prima figlia ho realizzato un sacco di progetti, con l’arrivo della seconda ho addirittura aperto un cantiere. Anche mio marito è un libero professionista, lavora per eventi di lusso. Mi poteva sostenere soprattutto al telefono perché era sempre in giro. Per la seconda figlia ho avuto la battuta d’arresto è stata più psicologica ma ho sempre dovuto produrre. Il cantiere che avevo aperto era molto grande e avevo anche dei clienti miei. All’inizio della seconda gravidanza ho iniziato a lavorare anche per mio marito perché c’era una branca del suo lavoro che necessitava di un architetto. Mi sono data poi al rendering, che ultimamente sta andando molto, anche all’estero. Rendo visibile, cioè, in un’immagine tridimensionale un progetto esattamente per come potrebbe venire una volta realizzato. Con dei programmi, dei calcoli matematici e delle competenze specifiche, si può mostrare al PC al cliente esattamente come verrebbe un luogo, un evento. Santo divano e santa fascia, mi viene da dire! Con la mia prima bimba abbiamo instaurato da subito un buon dialogo e questo mi ha aiutata perché magari giocavamo parlando, nel frattempo allattavo la seconda e contemporaneamente avevo il PC acceso e lavoravo. Ma non credo molto alla storia delle donne multitasking, penso sia solo una convinzione psicologica che ci siamo messe in testa per essere sicure che possiamo farcela comunque”.

Anna, Cristiana e l’allattamento

Siete state bravissime al momento di smettere di allattare perché non avete creato traumi ai bimbi né a voi stesse e avete fatto in modo che il distacco fosse graduale, ma tutto il resto del percorso dell’allattamento com’è andato?

Anna Bugliarello, autrice e ideatrice del libro su come smettere di allattare 'La mia mamma è diventata magica' mentre allatta
Anna Bugliarello, autrice e ideatrice del libro su come smettere di allattare ‘La mia mamma è diventata magica’ mentre allatta Gabriella

Anna: “Con Gabriella è andato tutto bene. Quando è arrivato Marco di latte ne avevo tantissimo. Troppo, oserei dire. Donavo latte ad un’altra mamma che veniva ogni mattina a prenderlo ma senza che io me lo tirassi, semplicemente lo facevo gocciolare e lo raccoglievo nei contenitori appositi. La notte, se non stavo attenta a come mi muovevo, mi ritrovavo in un lago di latte. Usavo coppette di stoffa perché le classiche non bastavano. Questo creava anche qualche problema perché Marco rigurgitava troppo e non riusciva ad addormentarsi, si innervosiva e stava male perché ne usciva troppo. Si è regolarizzato tutto solo intorno agli 8 mesi”.

Cristiana: “Nel mio caso diciamo nessun problema, solo con la seconda all’inizio avevo problemi ad attaccarla perché aveva e ha una boccuccia piccola piccola ma poi bene. Ho usato molto la fascia, anche per lavorare. E ho comprato una bella sedia a dondolo, tra l’altro inserita nel racconto, come tante altre cose di noi che sono presenti in quelle pagine”.

Come farcela senza aiuto

I vostri compagni/mariti, quindi i padri dei vostri figli, hanno sostenuto le vostre scelte da mamme? Avete altri sostegni e aiuti dalle vostre famiglie?

Anna: Il mio compagno mi ha sempre sostenuta. Mentre gli altri me ne dicevano di tutti i colori perché i miei figli, secondo il loro parere, erano ormai grandi per essere allattati, lui è stato sempre dalla mia parte. Per il resto non abbiamo aiuti, a parte mio suocero che, quando cucina qualcosa di buono per sé, lo porta anche a noi. Il che non è poco. Ma parenti o qualcuno che tenga i bimbi no, nessuno. Mia madre, per esempio, ha già due lavori e bada anche a mia nonna che sta davvero poco bene. Chiederle di badare anche ai miei figli mi sembra troppo”.

Cristiana: “Nemmeno noi abbiamo l’aiuto che ci piacerebbe avere. I nonni sono molto impegnati e non riescono purtroppo a darci una mano come vorrebbero. Mio marito, per l’allattamento ma un po’ per tutto, mi ha sempre detto semplicemente ‘fai quello che senti di fare’. Anzi, mi ha aiutata molto, soprattutto quando la seconda non si attaccava bene al seno e c’era la prima che ovviamente aveva bisogno delle adeguate attenzioni”.

Le proposte di Anna e Cristiana per conciliare lavoro, genitorialità e allattamento

Secondo voi cosa manca in Italia per aiutare le mamme e le famiglie a conciliare lavoro, genitorialità e allattamento?

Anna: “Da noi mancano certamente le strutture adeguate. Gli asili nido pubblici spesso non ci sono. Nel mio caso, per esempio, a San Gregorio, il mio paese, di nidi non ce ne sono. Ce n’è uno in un paese vicino ma alla fine, mettendo in conto tutto, compresi gli spostamenti in termini di costo e di tempo, mi sarebbe convenuto il privato nel mio paese. Manca questo tipo di supporto, qualcuno a cui poterli affidare almeno qualche ora al giorno per lavorare e dedicarsi un po’ a sé”.

Cristiana Papale, architetto e illustratrice del libro su come smettere di allattare 'La mia mamma è diventata magica' dell'amica Anna Bugliarello
Cristiana Papale, illustratrice del libro ‘La mia mamma è diventata magica’

Cristiana: “Ne parlavo proprio in questi giorni con mio marito. Per me manca la formazione, l’etica dello stare insieme sotto lo stesso tetto. Si parla di stare bene con gli altri fuori casa ma non si parla di stare bene con chi sta con te, dentro casa. Io e mio marito, per esempio, siamo due liberi professionisti e non ci siamo potuti fermare del tutto. Lui ha continuato a marciare, io ho contribuito a fare le cose più in grande. La struttura sì, ok, manca. Ma il problema è che sai già di essere sola, è scontato che ti devi rivolgere alla struttura. Ci vorrebbe invece un’altra mentalità, un’altra formazione per creare un incastro diverso dentro casa. Io cercherò di formare le mie figlie in questo senso”.

Anna: “Dài, ma com’è possibile che in Danimarca ci sia assistenza ininterrotta per circa due settimane? Una mia amica ha avuto accanto a sé per ben due settimane, infatti, una figura professionale che l’ha sostenuta, l’ha incoraggiata, consigliata, le è stata accanto finché non è stata meglio, si è ripresa dal parto e ha avviato l’allattamento. Pensa che bello sarebbe la stessa cosa qui da noi!”.

Cristiana: “Viviamo in una condizione arcaica che deve essere scardinata. Il problema per me è la scuola così com’è, in questo percorso così lungo che ci porta ad avere figli 10 anni dopo rispetto a quando dovremmo farli. Ancora facciamo corsi, Master post-universitari, formazione su formazione e arriviamo a oltre 30 anni stanchi morti. Già durante il percorso scolastico gli insegnanti dovrebbero vedere in cosa è portato un ragazzo e indirizzarlo su quella strada. Master e specializzazioni andrebbero fatti nel tempo ma direttamente in azienda”.

Anna: “Qui è tutto al contrario. Prima laurea, poi master e chissà cos’altro. Dopo tutto questo dici ok, ora posso fare un figlio”.

Cristiana: “È bello che si studi per fare bene una professione ma il diritto alla famiglia è purtroppo passato in secondo piano. Si pensa solo al lavoro”.

Anna: “In ufficio, dove lavoravo prima dei miei figli, c’era una frase appesa al muro: ‘Il lavoro serve a guadagnarsi il tempo libero’. Ecco, sono pienamente d’accordo. Nei paesi nordici la settimana lavorativa finisce il giovedì o se si resta di più al lavoro si subiscono sguardi accusatori, esattamente il contrario di ciò che avviene qui che se si finisce alle 18 e ci si avvia verso l’uscita qualcuno ti dice sempre: ‘Ah, ma già te ne stai andando?’. Non esistono da noi i part-time perché non conviene. Ma ho fatto due figli! E non li ho fatti per lasciarli davanti alla TV o alla babysitter. Voglio crescerli, vederli crescere. Io per fortuna adesso lavoro da casa quattro ore, per un istituto di ricerca nel campo farmaceutico. Devo reperire personale in target che dovrà compilare questionari sui quali il ricercatore farà delle analisi”.

Cristiana: “Uno dei due genitori dovrebbe fare sempre mezza giornata altrimenti è davvero complicato. Io per esempio non riesco a stare appresso a tutto. A casa mia c’è di tutto. Pur di lavorare devo lasciare alle mie figlie molta libertà: ‘Giocate con la pasta!’, e c’è pasta ovunque, ‘rinvasiamo il rosmarino” e ho terra ovunque”.

Solo le mamme lo sanno

È bello vedere come queste due amiche che, pur essendo per certi versi molto diverse tra loro, ridono e sorridono delle stesse cose, anche se si tratta di serie difficoltà. Hanno affrontato e affrontano la maternità da sole, come capita sempre più spesso oggi. Anche per l’allattamento si sono dovute rivolgere ad una professionista a loro spese. Ma trovano, come tutte, la soluzione e la forza per fare tutto con il sorriso sulle labbra.

Anna Bugliarello, autrice e ideatrice del libro 'La mia mamma è diventata magica' su come smettere di allattare mentre allatta Marco
Anna Bugliarello, autrice del libro ‘La mia mamma è diventata magica’ mentre allatta Marco

Anna: “La cosa più estenuante è che con dei bimbi a casa per fare una cosa di due minuti ci stiamo tre ore e ogni volta ci mettiamo più tempo a ritrovare la concentrazione che a fare le cose. Che poi spesso mi rendo conto che se sto facendo tre cose, una magari non la porto a termine ma ci penso dopo un bel po’ e mi chiedo ‘Ma poi ho finito di fare quella cosa? Ci vuole molta pazienza e tanto amore. Poi, dai due anni e mezzo, diciamo, e con l’asilo, le cose vanno molto meglio”.

Cristiana: “Però terribile che si debba aspettare tutto sto tempo, no? Che poi il nido pubblico dovrebbe pagarlo lo Stato, come per la Materna, e potrebbe anche mettere davvero a disposizione delle mamme una figura professionale”.

Anna: “Sì, serve un supporto alle neomamme. Anche perché entri a contatto con tutti quelli che dicono di sapere tutto. Tutti giudicano, anche se non sono mamme. Tutti vengono quei cinque minuti, ti danno la loro soluzione perfetta, che magari perfetta per te non lo è affatto, e poi se ne vanno. Io ho fatto sempre orecchie da mercante. Pensa che una volta una persona è arrivata a dirmi: “Tu non gli stai insegnando ad affrontare la vita perché non gli stai dando un trauma. Come farà ad affrontare i traumi della vita se non vive il primo trauma da sua madre?”. E poi le solite frasi del tipo: ‘Ancora allatti?’ oppure ancora ‘Ma vedi che non hai più latte?’.

Cristiana: “Eh sì, succede purtroppo anche con persone dalle quali non ti aspetti tali convinzioni. A volte anche da amiche. È proprio vero che ci devi passare per capire”.

Donatella Briganti

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