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DANZA IN FASCIA: MAMMA E BEBÈ, DUE CORPI E UN’ANIMA SOLA

Sabrina durante una lezione
Sabrina durante una lezione di danza in fascia

Passati i tempi, per fortuna, in cui si sosteneva che bisognava lasciar piangere il neonato per ‘fargli aprire i polmoni’ o perché ‘così si abitua’, è arrivata, o meglio è tornata, l’epoca dell’alto contatto tra madre e figlio o comunque tra chi accudisce il bebè e il bebè stesso. Più un bimbo sta a contatto con la madre, con il padre o con chi per loro, più si formerà un adulto sicuro di sé, forse proprio perché certo di essere amato e quindi sicuro di valere in questo mondo per sé e per qualcun altro, sicuro di essere utile, sicuro di saper fare e poter dire. Insomma, più un bimbo è amato e coccolato a stretto contatto, migliore vita avrà, migliore uomo sarà. E lo sanno da sempre le donne africane che infatti hanno bimbi che, seppur malnutriti, poveri, scalzi e nudi, sorridono di gusto trasmettendo, oltre che tenerezza, tanta gioia di vivere. Le loro mamme da sempre fanno semplicemente un nodo ad un foulard o ad un pezzo di stoffa qualsiasi e via con quello che si sta diffondendo finalmente anche in Italia, cioè ‘il portare’. Di mamme-canguro adesso ne vediamo un po’ dappertutto, anche in palestra.

Si, proprio così. Perché con la fascia o con il marsupio, portando il proprio bimbo o la propria bimba, si può anche danzare.

Lo sa bene Sabrina Cavallo, 27 anni, romagnola, mamma di Tommaso da 15 mesi. Ballerina professionista, insegna danza classica, moderna e…danza in fascia a Roma e a breve a Parma, dove si sta per trasferire.

A Cesena, la sua città, già da piccolissima aveva iniziato con la break dance. Poi, un giorno, la madre le consigliò di fare danza classica perché era sicura l’avrebbe aiutata a risolvere un problema che aveva ai piedi. Aveva 11 anni. A lei inizialmente la classica non piaceva per niente ma dopo qualche mese si innamorò e nacque questa grande passione. Era così brava che poi fu la sua stessa insegnante a consigliarle di andare a Roma perché avrebbe fatto strada.

Fu così che, all’età di 14 anni, andò subito nella Capitale per studiare al Teatro dell’Opera ma, a causa di un atto di violenza da parte di un ragazzo che, vedendosi rifiutato da lei, l’aveva picchiata e le aveva addirittura rotto un ginocchio (la causa è finita due anni fa!), era dovuta tornare in Emilia-Romagna rinunciando per un po’ al suo sogno di diventare una vera ballerina.

All’età di 18 anni tornò a Roma, nuovamente alla scuola del Teatro dell’Opera, e da quel momento non si è più fermata. Ha lavorato anche con Carla Fracci, ha ballato in vari spettacoli e lavorato tanto anche in televisione. È una bellissima ragazza quindi molto richiesta per vari programmi televisivi dove di certo l’immagine, coniugata alla professionalità, è ciò che ci vuole. ‘Ciak di canta’ e ‘Avanti un altro’ sono due esempi di esperienze che lei ha fatto in TV ma ha anche lavorato per degli spot, l’ultimo in ordine di tempo è quello Pandora, dove la protagonista è la cantante Alessandra Amoroso. Si è resa conto pian piano che quella della televisione non era la sua strada, nonostante fosse particolarmente remunerativa e interessante. La sua attenzione e la sua esperienza si sono spostate così verso i musical. Ha studiato anche canto e recitazione per essere più completa e ha lavorato spesso al Teatro Sistina di Roma, anche negli spettacoli ‘Rinaldo in campo’, ‘My Fair Lady’, ‘Sette spose per sette fratelli’. Negli ultimi anni, invece, ha capito che la sua passione è l’insegnamento. Voleva insegnare e questo adesso, infatti, è felice di fare. Soprattutto con i bambini, che lei adora da sempre.

Ha esitato un po’ a metter su famiglia, a differenza del marito, conosciuto nove e sposato tre anni fa, che avrebbe voluto subito un figlio. Forse un po’ per la giovane età, un po’ per paura di non riuscire più a danzare e fare il suo lavoro come prima, ha voluto aspettare qualche anno. Ma quando è arrivato il suo amato Tommaso, ha deciso che non avrebbe comunque smesso di ballare, se non per il tempo minimo indispensabile.

Avrebbe potuto continuare a ballare e insegnare, mettendo Tommaso in fascia. Scoprendo la danza in fascia, ha scoperto quello che poi sarebbe diventato il suo mondo.

“Avevo già visto qualche immagine sui social – spiega Sabrina – ma non avevo mai capito veramente di cosa si trattasse. Poi, quando sono rimasta incinta mi son chiesta come poter continuare a lavorare e fare qualcosa, visto che sono una che non riesce mai a stare ferma un attimo. ‘Posso insegnare danza con Tommaso?’, mi sono chiesta. Ebbene sì, cercando bene sul web ho scoperto questo bellissimo modo di ballare con i propri bebè. Potevo farlo benissimo perché, essendo ballerina e mamma, conoscevo bene le esigenze che potesse avere sia un bimbo sia una mamma”.

A quel punto Sabrina mette Tommy, come già faceva, in fascia ma stavolta comincia a pensare ad alcuni passi che potessero servire alle mamme per fare movimento e al bimbo per rilassarsi o divertirsi o comunque sentirsi dondolato e ‘portato’ cuore a cuore.

“Quella sera ho messo Tommy in fascia e, passo dopo passo, ho preparato praticamente una lezione intera” ricorda Sabrina. “Io ho usato la fascia sin da quando mio figlio era piccolissimo, avrà avuto un mese. Lui ha amato da subito essere portato e da sempre ha amato la danza, forse perché io ho ballato fino al giorno prima di partorire quindi già dentro di me ha potuto apprezzare il movimento e la musica. Anzi, mi dava i calcetti quando c’era una musica che gli piaceva. Per esempio, in quel periodo usavo molto la musica dei Queen per le coreografie e infatti anche adesso lui, quando ascolta quelle canzoni, le riconosce e gli piacciono tanto”.

Per danza in fascia ha poi cercato delle musiche un po’ più melodiche, con cui ci si potesse muovere bene facendo attenzione al bimbo in fascia.

“Ho iniziato a insegnare che Tommy aveva appena tre mesi e mezzo nella palestra Daily Sporting Club, dove ci sono anche lezioni di mamma training, mamma gym in piscina, ginnastica perineale e tutta una serie di altre lezioni pensate proprio per i neonati, per i bambini e per le mamme. Quando sono arrivata lì c’erano già delle lezioni ma in realtà c’era molto poco di ciò che pensavo di fare io e tra l’altro la ragazza che insegnava prima di me stava per andare via così, parlando con Silvia Bucci, l’ostetrica che cura molte lezioni nella Daily, mi sono proposta. Così ho iniziato questo bellissimo percorso”.

Da subito le mamme hanno risposto molto bene a questo invito e da subito Sabrina ha potuto seguire un bel gruppo assiduo di neomamme con i neonati in fascia o in marsupio.

“Molte erano mamme che avevano fatto ginnastica in gravidanza con me quindi ci conoscevamo già bene e c’era già un bell’affiatamento tra noi. Si è creato un legame particolare perché effettivamente quello è un momento particolare della vita di una donna. Molte di noi allattavamo pure quindi condividevamo anche questo. Vedevo che i bambini si rilassavano, si addormentavano quindi apprezzavano. Così ho continuato e, nonostante Tommaso stia crescendo, sta ancora spesso in fascia con me. Soprattutto per addormentarsi, non faccio in tempo nemmeno a chiudere il marsupio che dorme già”.

Con le mamme che seguivano le sue lezioni, Sabrina ha organizzato anche un flash mob al laghetto di Tor di Quinto insieme al fratello di suo marito perché lui voleva fare la sua proposta di matrimonio alla fidanzata e aveva chiesto a Sabrina di aiutarlo facendo questo flash mob con le mamme che danzavano con i bimbi in fascia.

“È stata anche quella un’esperienza bellissima perché si sono messe in gioco per una cosa che comunque è stata abbastanza impegnativa per delle mamme con dei bimbi così piccoli. Io sono molto esigente e facevo fare le prove mille volte, le facevo venire anche la domenica a danzare. Grazie anche a loro la sorpresa è riuscita benissimo. Poi quella che io faccio è proprio danza, non è una semplice illusione di movimento. Ci sono anche dei passi difficili per una persona che non l’ha mai fatta, anche se la musica è lenta. Anzi, a volte è pure peggio perché devi riempire la musica con pochi movimenti. E devi sentire la musica non solo con le orecchie ma anche con il cuore. Devi sentirla dentro per danzare meglio. Così si crea quella sintonia con il tuo bimbo per cui si diventa, come dico sempre io, due corpi e un’anima sola”.

In effetti il piccolo in fascia sta benissimo perché è avvolto e accucciato un po’ come quando era nel grembo materno, sente il battito del cuore della mamma, sente il contatto, l’odore e l’affetto della mamma, se in movimento meglio perché ricorda quando, prima di nascere, nuotava continuamente ad ogni passo della madre. Chi meglio di lui? E chi meglio della mamma che in questo modo fa qualcosa per tornare in forma traendone benefici anche a livello psicologico? Sente che il bimbo sta bene quindi sta bene anche lei e non sente molto il peso del piccolo perché con fascia e marsupio adatti e indossati correttamente, il peso viene distribuito in modo da non sentirlo più di tanto.

“È un mondo meraviglioso, consiglierei a tutti coloro che hanno un bebè di fare danza in fascia. Con mio marito vogliamo un altro figlio e così anche a Parma, dove stiamo per trasferirci, potrò continuare a fare danza in fascia con il mio bebè mentre Tommy va ormai al nido ed è più grande. Anche se non hai mai fatto danza, consiglio a tutti di provarci perché si crea una sintonia fantastica, tra donne e tra mamma e bebè”.

Purtroppo non sono ancora molte le insegnanti di danza in fascia, non è facile trovarne, anche se è una danza che si sta diffondendo sempre più negli ultimi anni. Come dice Sabrina, “è difficile che una ballerina giovane faccia un figlio e poi è difficile che prenda un impegno così in un momento così delicato della vita”. Ma scoprendo tutti i vantaggi di danza in fascia di certo ne serviranno di sale disponibili nelle palestre! O ci si potrebbe organizzare, perché no, previsioni meteo permettendo, all’aria aperta.

Io le chiamo ‘supermamme’ quelle che si aprono a questo mondo” dice la nostra insegnante di danza in fascia che, seppur giovanissima, ha le idee molto chiare sulla sua vita. La danza è un punto fermo. La famiglia pure. Ma, invece di separare le due cose, ha imparato a unirle per trarne maggior benessere e felicità. Per se stessa, per il suo piccolo Tommaso e quindi per tutta la famiglia.

Donatella Briganti

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